Nel precedente articolo, abbiamo dato una breve definizione di “paura” e abbiamo visto come la paura, quando si tratta di un’emozione di intensità adeguata al contesto, sia funzionale alla sopravvivenza.
Scaviamo un po’ più a fondo cercando di capire che cosa è l’ “ansia”.
Ricordo ancora una volta che la trattazione in questa sede non può essere esaustiva data la complessità di tali argomenti. Ricordo altresì, che anche questo articolo, come il precedente, servirà come introduzione e quindi per meglio comprendere, l’analisi in campo cinofilo.
Auguro a tutti una buona lettura e rimango a vostra disposizione per ogni domanda, dubbio, chiarimento.
Che cos’è l’ansia?
“L’ansia è un’emozione universale che non sarebbe di per sé inadeguato provare; è una parte necessaria della risposta dell’organismo allo stress”.¹
In particolare Sims e Snaith (1988) distinguono in: ²
- Ansia di stato: “[…] indica l’esperienza contingente dell’ansia, in un particolare momento, probabilmente come reazione a circostanze di evocazione immediata“;
- Ansia di tratto: “[…] è una tendenza nel tempo, forse da sempre, ad affrontare tutte le vicissitudini della vita con un costante eccessivo grado di ansia […]” e può trovarsi in comorbidità con altri disturbi psichiatrici;
- Ansia libera:”[…] non è legata ad alcuno specifico oggetto che la provoca […]”.
Possiamo notare le analogie che vi sono tra ansia di stato e la paura focale, tra ansia libera e paura diffusa e tra ansia (come definita nel paragrafo precedente) e ansia libera.
L’ansia, pertanto, è caratterizzata da tre macrovariabili che sono la quantità (nel senso di intensità delle reazioni psico – fisiologiche), la qualità (ovvero le tipologie delle risposte di cui è causa) e il tempo (la durata in relazione alla presenza o meno dello stimolo ansiogeno). Il continuum tra lo stato emotivo adeguato e quello patologico, è determinato dalla combinazione nonché dalle peculiarità di suddette variabili.
Si tratta in ogni caso di fenomeni che dipendono, in generale, dalla percezione che l’individuo ha dell’ambiente e dalla predisposizione che egli ha nell’affrontarlo.
I sintomi dell’ansia
Benché sia piuttosto frequente l’associazione e la correlazione per intensità delle manifestazioni fisiche e psichiche, può succedere altresì che il soggetto possa evidenziare espressioni somatiche minime a fronte di uno stato ansioso dichiarato.
In tabella 1 è mostrato uno schema dei sintomi fisici e psichici propri dello stato ansioso, secondo la classificazione di Tyrer (1982).
Naturalmente esistono anche altri criteri diagnostici più specifici e più aggiornati rispetto a quelli elencati da Tyrer (DSM-IV- TR, ICD 10, ecc.); tuttavia la scelta è stata dettata dalla semplicità e dal carattere generale di questo elenco, funzionale agli scopi di questa tesi.
¹Sims, 2004, Introduzione alla psicopatologia descrittiva, Raffaello Cortina Editore, p. 423
². Ivi, p. 423
Come si dimostra l’ansia?
Non è necessario che si palesino tutti i sintomi per diagnosticare uno stato ansioso: secondo il tipo di classificazione a cui si fa riferimento e allo specifico disturbo teorizzato, varieranno la quantità minima, la frequenza e la tipologia dei segnali mostrati. Questi inoltre possono essere indicatori di altre patologie e la loro presenza o assenza non è sufficiente, talvolta, per diagnosticare un disturbo d’ansia.
Infatti, come accennato più sopra, il soggetto può dichiararsi in stato ansioso pur non mostrando nessun sintomo o, al contrario, può trovarsi in un evidente stato di prostrazione senza che egli ne sia pienamente cosciente, fino a sfociare in veri e propri fenomeni dissociativi.
L’ansia in forma acuta influenza altre funzioni psicologiche e motorie fino ad inficiarle nei casi più gravi. “La capacità di riflessione è ridotta, e il campo di coscienza ristretto; questo ovviamente trattiene un valore residuale per un’azione immediata, ma è svantaggioso nei casi in cui sia necessaria e rilevante una valutazione, una pianificazione e una verifica di molte diverse variabili”¹.
Le varie forme di ansia
Come si può capire è necessario, da un punto di vista clinico, distinguere e classificare varie forme proprie dell’ansia considerando, appunto, la presenza di un consistente numero di variabili individuali e sociali in gioco.
A questo proposito riporto di seguito un elenco delle varie patologie classificate come Disturbi d’Ansia dal Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali (DSM-IV- TR)²:
- Attacco di Panico: “corrisponde a un periodo preciso durante il quale vi è un’insorgenza improvvisa di intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati con una sensazione di catastrofe imminente. Durante questi attacchi sono presenti sintomi come dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento, e paura di “impazzire” o di perdere il controllo”;
- Agorafobia: “è l’ansia o l’evitamento verso luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto in caso di un Attacco di Panico o di sintomi tipo panico”;
- Disturbo di Panico senza Agorafobia:”è caratterizzato dai ricorrenti Attacchi di Panico inaspettati, riguardo ai quali vi è una preoccupazione persistente. Il Disturbo di Panico con Agorafobia è caratterizzato sia da ricorrenti Attacchi di Panico inaspettati che da Agorafobia”;
- Agorafobia senza Anamnesi di Disturbo di Panico:”è caratterizzata dalla presenza di Agorafobia e di sintomi tipo panico senza anamnesi di Attacchi di Panico inaspettati”;
- Fobia Specifica:”è caratterizzata da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a un oggetto o una situazione temuti, che spesso determina condotte di evitamento”;
- Fobia Sociale:”è caratterizzata da un’ansia clinicamente significativamente provocata dall’esposizione a certi tipi di situazioni o di prestazioni sociali, che spesso determina condotte di evitamento”;
- Disturbo Ossessivo-Compulsivo:”è caratterizzato da ossessioni (che causano ansia o disagio marcati) e/o compulsioni (che servono a neutralizzare l’ansia)”;
- Disturbo Post-traumatico da Stress:”è caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi di aumento dell’arousal e da evitamento da stimoli associati al trauma”;
- Disturbo Acuto da Stress:”è caratterizzato da sintomi simili a quelli del Disturbo Post-traumatico da Stress che verificano immediatamente a seguito di un evento estremamente traumatico”;
- Disturbo d’Ansia Generalizzato:”è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessive“;
- Disturbo d’Ansia dovuto ad una Condizione Medica Generale:”è caratterizzato da sintomi rilevanti di ansia ritenuti conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale“;
- Disturbo d’Ansia Indotto da sostanze:”è caratterizzato da sintomi rilevanti di ansia ritenuti conseguenza fisiologica diretta di una droga di abuso, un farmaco o dell’esposizione ad una tossina”;
- Disturbo d’Ansia Non Altrimenti Specificato:”viene incluso per la codificazione di disturbi con ansia o evitamento fobico rilevanti che non soddisfano i criteri per nessun specifico Disturbo d’Ansia definito in questa sezione (o sintomi di ansia a proposito dei quali sono disponibili informazioni inadeguate contraddittorie)”.
¹. A. Sims, 2004, Introduzione alla psicopatologia descrittiva, Raffaello Cortina Editore, p. 425
². American Psychiatric Association, 2009, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Elsevier
Masson, pp. 461- 462
Il Disturbo d’ansia da separazione
Vi sono poi altri disturbi d’ansia che sono stati classificati in altre sezioni poiché la loro manifestazione è strettamente correlata e specifica ad altri contesti clinici.
Il più importante di questi, per l’interesse generale della nostra trattazione, è il Disturbo d’Ansia da Separazione che, manifestandosi di prassi nell’infanzia, è incluso nei Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia (DSM-IV- TR).
Per un quadro più completo, sono di seguito riportati i criteri diagnostici per tale disturbo (sono omesse parti non di diretto interesse cinofilo)¹:
- Ansia inappropriata rispetto al livello di sviluppo ed eccessiva che riguarda la separazione da casa o da coloro a cui il soggetto è attaccato, come evidenziato da tre (o più) dei seguenti elementi:
- malessere eccessivo ricorrente quando avviene la separazione da casa o dai principali personaggi di attaccamento o quando essa è anticipata col pensiero
- persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita dei principali personaggi di attaccamento […]
- […]
- Persistente ed eccessiva paura o riluttanza a stare solo o senza i principali di attaccamento a casa […]
- Persistente riluttanza o rifiuto di andare a dormire senza avere vicino uno dei personaggi principali di attaccamento o di dormire fuori […]
- La durata dell’anomalia è di almeno 4 settimane.
- […].
- L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, […], o di altre importanti aree del funzionamento.
¹. American Psychiatric Association, 2009, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Elsevier
Masson, pp. 142 – 143
Grazie per l’attenzione e arrivederci al prossimo articolo dove affronteremo le “fobie”.
Andrea Berti: mi presento!
Ciao a tutti gli utenti di My Pet’s Hero.
Quando sono nato avevo una sorella. E’ stata la mia baby sitter, la mia compagna di giochi, la mia unica e insostituibile compagnia. Passavamo tutti pomeriggi sotto al tavolo della cucina o a rincorrerci per casa. Dormivamo insieme. Si chiamava Bully ed era una cagnolina bianca e nera.
Da questa esperienza ho capito, fin da “cucciolo”, che comunicare non è solo parlare, ma è qualcosa di più profondo, che va al di là di qualsiasi apparenza: quando ho a che fare con i cani e i loro compagni umani, lo tengo sempre ben presente.
Mi chiamo Andrea Berti e lavoro nel campo dell’Educazione Cinofila da circa undici anni. I miei campi di azione sono: la relazione e comunicazione Cane-Uomo e Cane-Cane, la relazione e la comunicazione Cane-Bambino e Bambino-Cane, la cura (dal punto di vista comportamentale) di cani con stress, ansie, fobie. Tutto il mio lavoro si basa su metodi provati scientificamente e assolutamente NON violenti e NON coercitivi, da me, per altro, rifiutati e combattuti.
Un po’ di curriculum formativo: laurea magistrale in Scienze dell’Educazione, master in “Operatore con il cane nelle attività e terapie assistite dagli animali” e master in “Istruzione Cinofila” entrambi conseguiti presso l’Università di Pisa, vari stage formativi. Collaborazioni: comunità per minori “Isola che non c’è” di La Spezia, Istituto di Neuropsichiatria Infantile Irccs Stella Maris di Pisa al progetto “Al di là delle nuvole” e al progetto “ Senti chi abbaia”, consultorio cinofilo dell’Università di Pisa.
Attualmente co-titolare, insieme alla Dott.ssa Valentina Nuti,dell’ a.s.d. Pet&Family Group.