L’acqua ha infinite proprietà benefiche sia per il corpo che per la mente, nostra come dei nostri cani. Nelle calde giornate estive sembra essere la migliore soluzione per passare insieme del tempo di qualità, aumentando il benessere psicofisico sia dell’uomo che del super cane, ed intervenendo a sostegno della comunicazione e della relazione tra di essi, all’interno di un percorso di crescita sintonica.
I luoghi dove ci si può dedicare serenamente a queste attività non sono però molti:
i laghi o i mari calmi sarebbero molto adatti, per le rive che invitano dolcemente all’ingresso, ma le spiagge consentite ai cani a volte non consentono l’accesso in acqua. Altre volte gli spazi e la gestione dei frequentatori, non sempre rendono questi ambienti favorevoli ad apprendere una nuova competenza e nemmeno ad entrare in sintonia reciproca per molti binomi.
Si crea così una situazione simile a quella delle aree cani, in cui i proprietari fraintendono i comportamenti dei cani, ed anche se non scattano risse, non vuole dire che i cani si stiano divertendo né che l’esperienza sia positiva: a volte i danni emotivi provocati al cane da queste situazioni sociali squilibrate, si vedono dopo diverso tempo.
I fiumi, invece, sono per molti umani troppo freddi, con correnti non adatte a nuotare, o ancora con acque troppo poco profonde.
Esistono delle proposte di corsi di acquaticità sia in vasca che in acque naturali o artificiali, dove è possibile fare vere e proprie sessioni di lavoro con obbiettivi ben definiti e personalizzati, su misura per le risorse e i bisogni di ogni binomio o famiglia.
Il massimo è che il cane entri volontariamente in acqua, che viva l’esperienza come un momento allegro e di collaborazione con l’umano. Se il cane, invece, non riesce ad entrare subito in acqua, è fondamentale non avere fretta, non focalizzarsi sull’obbiettivo ma sul percorso, non sul COSA ma sul COME.
Può capitare che un cane debba essere aiutato e condotto in acqua in braccio, ma anche questo gesto va fatto con estremo rispetto e delicatezza. Bisogna essere in grado di capire quando, come, ma soprattutto SE chiedere al cane di entrare in acqua tra le nostre braccia.
Le attività in acqua possono essere appaganti e rilassanti, ma si rischia anche di sollecitare una attivazione emotiva molto intensa, che poi non sempre ogni binomio è in grado di gestire.
Ogni incontro deve essere seguito da un professionista che sia competente non solo sulla tecnica e la didattica, ma anche sugli aspetti affettivi, etologici e comunicativi della relazione uomo cane, che sia in grado di capire ed ascoltare il binomio e di adeguare in ogni momento l’offerta. Il suo approccio deve essere positivo ed accogliente, evitando punizioni, prevaricazioni, abusi, imposizioni sul cane e strumenti dannosi per il suo benessere psicofisico.