La passeggiata con il nostro cane è forse uno dei momenti migliori della giornata, quando sia bipedi che quadrupedi possono finalmente ritrovarsi e fare esperienze in sintonia. Sia in contesto urbano che rurale, la passeggiata rimane un’attività insostituibile per rinforzare la relazione tra cane e proprietario. Infatti, il cane non necessità di uscire solo per fare i suoi bisogni!
Il nostro amico a quattro zampe ha bisogno di muoversi, annusare, conoscere altri cani ed interagire con altre persone… tutto ciò indipendentemente dalla razza o dalla taglia: un Chihuahua ha bisogno di uscire esattamente quanto un Alano, o un Labrador.
Dunque NO: il cane da divano non esiste!
Quindi, noi proprietari di cani dobbiamo armarci di buona volontà ed affrontare qualsiasi intemperia per regalare momenti di svago ai nostri animali. La soluzione per chi è veramente troppo pigro o per quando fa davvero troppo freddo? Semplice: un gatto.
Dopo esserci rassegnati a dover uscire di casa, ed aver fatto un giro da Decathlon per svaligiare il reparto impermeabili possiamo affrontare il discorso degli strumenti per gestire l’animale in passeggiata. In commercio si trovano moltissime tipologie di collari, pettorine e guinzagli, ognuno con una specifica modalità di utilizzo e che risponde a particolari necessità. Ogni cane ha la sua conformazione fisica, ma anche il suo carattere e le sue esigenze, dunque è impossibile trovare la pettorina o il guinzaglio che vada bene per qualsiasi peloso.
Sicuramente, possiamo rispondere ad una domanda molto frequente, ovvero: “Qual è lo strumento per non far tirare il cane?”. Semplice: Non Esiste!
Ogni collare, guinzaglio, pettorina è un semplice oggetto; è il proprietario ad attribuirne il valore attraverso l’utilizzo corretto. E’ consigliabile, dunque, rivolgersi al proprio veterinario ed educatore o addestratore di fiducia per comprendere quale sia lo strumento più adatto al proprio animale e come utilizzarlo correttamente. Il lavoro sulla gestione dell’animale al guinzaglio, infatti, è un percorso lungo che va ben oltre la scelta dello strumento. L’azione del tirare al guinzaglio è semplicemente il sintomo di un disagio che il soggetto ci sta mostrando; un buon educatore-addestratore cercherà di comprendere cosa ci sia alla base di quel disagio, prima di intervenire sulla manifestazione dello stesso.
Vi sono però alcuni strumenti che non devono assolutamente essere utilizzati, poiché provocano volutamente disagio e dolore al cane durante la passeggiata. Alcuni sono ormai fuori legge, ma è necessario citarli perché sono purtroppo ancora reperibili in alcuni negozi.
Prima di tutto citiamo il collare elettrico e quello a punte, fortunatamente fuori commercio da anni, poi il collare a strozzo. Quest’ultimo è illegale se non possiede una chiusura di sicurezza che ne blocca lo scorrimento; senza questa chiusura, il collare andrà a strozzare il cane ad ogni suo strattone provocandogli dolore e gravi problemi di salute. Anche la “Caveza” ha un meccanismo simile: si tratta di un collare collegato ad un laccio che si lega sul muso del cane; ogni volta che l’animale tira, il laccio si stringe sul muso dando strattoni. Anche questo strumento provoca dolore, disagio e rende poco piacevole la passeggiata. La pettorina più famosa per impedire al cane di tirare e quella chiamata “Easy Walk”; questo strumento è studiato per strattonare il cane dal petto ogni volta che mette il guinzaglio in trazione; ovviamente anche questo strumento è assolutamente sconsigliato, poiché doloroso e dannoso.
Dunque, possiamo dire che sia necessario evitare tutte le soluzioni che si avvalgono di uno stimolo negativo: oltre ad essere dolorose e dannose, sono anche inefficaci. Infatti il vostro cane non ha realmente appreso come stare al guinzaglio, semplicemente viene contenuto da uno strumento che gli impedisce di tirare. I nostri cani sono esseri senzienti, dotati di una spiccata intelligenza che non dobbiamo sottovalutare né sminuire rinchiudendoli in soluzioni comode per noi, ma limitanti e dolorose per loro.
Vi è ancora uno strumento che non dovrebbe essere mai utilizzato: il Flexy. Si tratta di un guinzaglio allungabile attraverso un pulsante situato sulla manopola; quest’oggetto è molto comune, soprattutto associato a cani di taglia piccola. A differenza di quelli sovra citati, non è doloroso per il cane, ma è comunque poco consigliabile perché scomodo e pericoloso. Infatti, la sua manopola di plastica ed il filo sottile, non ci permettono di comunicare correttamente con il nostro cane che viene semplicemente trainato da una parte all’altra; inoltre, il blocco improvviso del guinzaglio tramite il pulsante è poco gradito e spesso non compreso dall’animale. Il cane, infatti, imparerà che più tira e più il guinzaglio si allunga, mentre ad un certo punto si blocca inspiegabilmente. Inoltre il Flexy è molto pericoloso, poiché il suo filo sottile ma rigido può incastrarsi nelle zampe del cane e provocare gravi incidenti.
Dopo aver parlato di ciò che può essere consigliabile o meno dal punto di vista veterinario ed educativo, affrontiamo alcuni aspetti legali. Ogni comune ha le proprie leggi sulla detenzione dei cani al guinzaglio nei luoghi pubblici, ma possiamo individuarne alcune che accomunano quasi tutte le province italiane.
Prima di tutto, è necessario sapere che il cane deve sempre essere portato al guinzaglio in tutti gli ambienti urbani (marciapiedi, parchi, metropolitana, negozi e locali…) e che il guinzaglio non deve essere più lungo di un metro e mezzo. Inoltre è obbligatorio portare con sé la museruola, che deve essere fatta indossare al cane qualora venisse richiesto dalle forze dell’ordine. La soluzione migliore è, dunque, insegnare al nostro amico a quattro zampe a vivere la museruola con serenità. Questo strumento viene visto negativamente da moltissimi proprietari, ma in realtà il cane è infastidito dalla museruola solo se non è mai stato abituato ad indossarla. Dunque, quello che è visto come un maltrattamento da alcuni, altro non è che una nuova competenza da poter fornire al nostro amico per permettergli di essere più sereno nella vita quotidiana. La legge prevede anche che tutti i proprietari siano in possesso del documento che certifichi l’iscrizione dell’animale all’anagrafe canina, su cui è anche riportato il microchip.
Ora che abbiamo bardato il cane con l’attrezzatura adatta ed abbiamo preparato la nostra borsa con gli evergreen della passeggiata,indispensabili per evitare la multa, possiamo finalmente uscire.
Ed è oltrepassata la soglia di casa che iniziano i veri problemi: il cane tira, abbaia e ringhia agli altri cani al guinzaglio, ingurgita tutto ciò che trova… Il mio consiglio , in questi casi, è di tornare a casa, prepararsi una tisana…. e chiamare l’educatore cinofilo. I problemi che il binomio può affrontare in passeggiata sono moltissimi, ed è impossibile trattarli in maniera generale poiché ogni cane è diverso ed avrà particolari necessità. Possiamo , però, riflettere su alcune piccole strategie che si possono adottare in modo da permetterci di uscire di casa ogni tanto, tra una tisana e l’altra.
La prima idea fondamentale da assimilare è che il guinzaglio è un filtro che va a modificare tutti i comportamenti del nostro cane: a volte lo rende più nervoso con gli altri cani, altre più reattivo con persone o oggetti, altre ancora più insicuro. Questo accade perché, prima di tutto il guinzaglio è una sorta di cordone ombelicale emotivo: qualsiasi emozione il proprietario stia provando, verrà trasmessa al cane attraverso il guinzaglio.
Inoltre il cane, da legato, è molto più limitato nei suoi movimenti e ciò potrebbe portare a fraintendimenti con noi e con gli altri cani che incontrerà. Dunque la regola fondamentale per una passeggiata serena è: rilassarsi ed evitare di tenere il guinzaglio in tensione. Infatti, soprattutto nell’incontro con un altro cane, l’animale deve essere il meno limitato possibile nei suoi movimenti. Ricordiamoci che i nostri amici a quattro zampe comunicano soprattutto attraverso il linguaggio del corpo.
Le passeggiate al guinzaglio sono un’esperienza necessaria ma non sufficiente per avere un cane sereno ed equilibrato; infatti i nostri cani hanno bisogno di vivere anche un’altra dimensione: la libertà.
Ebbene sì, ogni tanto ci tocca sganciare quel cordone ombelicale dalla pettorina o dal collare del nostro amico a quattro zampe.
Una risorsa utile a questo scopo è l’area cani; questo luogo è oramai visto da alcuni cinofili come il terzo girone dell’inferno, mentre altri lo frequentano e lo osannano come se fosse la nuvola più soffice del paradiso. Io direi che dovremmo fare tutti un passo indietro e considerare queste aree come il purgatorio. Infatti, non è detto che al suo interno il cane si diverta come non è detto che affronti un’esperienza spiacevole.
Cerchiamo sempre di scegliere un’area adatta: non la gabbia per galline situata dietro la tangenziale; quella NON è un’area cani, neanche se ce la spacciano per tale.
Cerchiamo dunque di prediligere uno spazio ampio e soprattutto di evitare il sovraffollamento. Generalmente ci dovrebbero essere circa tre o quattro cani per sgambo, mai d più. Neanche se si conoscono, neanche se il nostro è bravo con tutti, neanche se siamo amici dei proprietari e vogliamo chiacchierare dell’ultima puntata di X Factor.
Infatti, è difficile che molti cani condividano serenamente uno spazio recintato, senza aver la possibilità di decidere autonomamente quanta distanza prendere gli uni dagli altri.
Vi sono poi sentieri di montagna e boschivi, in cui possiamo decidere di liberare il nostro animale.
Se il cane è ancora cucciolo o se sono le prime esperienze di libertà che affronta, è possibile utilizzare una lunghina, ovvero guinzaglio che arriva fino a quindici metri ( simile a quella dei cavalli, per intenderci).
In ogni caso è fondamentale lavorare sul richiamo, partendo da esercitazioni al guinzaglio, a lunghina o sfruttando le aree recintate.
Una situazione assolutamente da evitare sarebbe quella di liberare il nostro animale dove vi sono molti altri cani al guinzaglio, perché non è giusto mettere in difficoltà persone ed animali che magari non hanno piacere di incontrare altri cani e che hanno diritto di scegliere di non farlo.
Dunque il richiamo è una competenza fondamentale, ma non dobbiamo neanche abusarne: evitiamo di far diventare il nome del nostro cane l’ultimo tormentone dell’estate, gridandolo a squarciagola ogni istante della passeggiata; utilizziamolo invece quando c’è un reale bisogno o un pericolo.
In conclusione, le esperienze da vivere all’esterno con il cane sono moltissime e forse non esistono delle vere e proprie regole generali. La strategia vincente potrebbe essere quella di provare a camminare e basta, dimenticando i pensieri della giornata e spegnendo il cellulare.
In questo modo, chissà, potrebbe essere proprio il nostro cane ad insegnarci qualcosa, ovvero a vivere il presente.
L’ ASD Orma Di Maya organizza passeggiate didattiche in ambienti naturali. Si tratta di passeggiate di gruppo dedicate a proprietari che vogliono vivere entusiasmanti esperienze con il loro cane, oltre che imparare qualcosa di nuovo. Saranno affrontate tematiche come la condotta al guinzaglio, l’incontro e l’interazione con altri cani, come gestire i momenti di staticità…. E molto altro ancora! Siete curiosi?
Articolo scritto da Livia Carnazza