Questo cane è originario della Siberia, dove era stato allevato per secoli per il traino delle slitte. All’inizio del ‘900 venne importato in Alaska, dove si stavano iniziando a diffondere le gare tra slitte trainate da cani: per la loro taglia, che era piccola rispetto a quella dei cani allora utilizzati per il lavoro, gli husky furono derisi con il dispregiativo di “piccoli topi siberiani”. Ma ben presto, a seguito dei loro grandi successi nelle gare, vennero rivalutati.
Nel 1925, in una città dell’Alaska scoppiò una grave epidemia: a causa delle pessime condizioni climatiche era impossibile raggiungere la città. Così fu organizzata una staffetta di slitte, trainate da molti Siberian Husky, che riuscirono a far giungere alla città il siero che avrebbe permesso di debellare la malattia. Questa staffetta prese il nome di corsa del siero ed ancora oggi viene rievocata, ripercorrendo le stesse tappe dell’epoca.
Gli occhi di questi cani possono essere marroni, ambra, azzurri o eterocromi (un occhio di un colore e uno di un altro o due colori nello stesso occhio). L’idea secondo cui tutti gli husky dovrebbero avere occhi azzurri è dettata solo da una moda.
Nonostante il folto pelo, gli husky non soffrono il caldo né più né meno delle altre razze a pelo corto, perché il loro pelo non solo li protegge dal freddo, ma funge da isolante contro il caldo (anche se, come tutti i cani dotati di folta pelliccia, deve avere accesso a zone d’ombra per evitare un surriscaldamento dovuto all’esposizione ai raggi solari).
Per quanto riguarda il pelo, in verità, questa razza ne è dotata di un doppio strato, di cui uno folto alla base, come una vera e propria pelliccia, e l’altro un po’ più lungo. Questa caratteristica gli consente di avere una “straordinaria” protezione termica che gli evita il formarsi del ghiaccio sul pelo, che altrimenti porterebbe l’animale ad una morte certa, vista la rigidità climatica degli ambienti nordici in cui è nato.