“Sonar bracchetti e cacciatori aizzare”. In questo sonetto Dante Alighieri rende immortale, omaggiandola, la più rappresentativa tra le razze italiane, il Bracco Italiano.
Ma partiamo dal principio. Dall’ antica Grecia per la precisione, perché la fama di questo cane parte da lì. Il primo, infatti, a parlare nelle sue opere di un cane che si avvicinava moltissimo all’attuale bracco italiano è stato Senofonte (Atene 430/425 a.C. circa – Corinto 355 a.C. circa).
Inizialmente era usato come “cane da rete”, per localizzare le pernici sulle quali venivano stese delle reti, per catturarle.
Questi cani furono molto apprezzati in epoca rinascimentale. Il bracco italiano fu allevato anche dai Medici e dai Gonzaga, i quali utilizzavano le grandi doti venatorie di questi super cani per la caccia alla selvaggina presente nei boschi intorno alle loro proprietà. Nel XV secolo questi cani iniziarono ad essere esportati dall’Italia alla corte dei re di Francia, o in altri Paesi dove non esistevano cani con simili capacità e prestazioni.
Il bracco, considerato come il progenitore dei cani da ferma a pelo raso, nel diciannovesimo secolo ha subito un forte declino, ma, fortunatamente, nell’ultimo secolo è stato rivalutato.
Da prima della seconda guerra mondiale, si mette in luce con i suoi scritti Paolo Ciceri, considerato il padre del bracco italiano. Oltre a scrivere molti libri su questa razza, i suoi cani sono stati considerati come uno standard di razza.
Ciceri diventa fondatore, e presidente, della Società Amatori del Bracco Italiano (S.A.B.I), una società cinofila non a fini di lucro, che si occupa della diffusione e della esatta divulgazione di questa razza canina.
Il bracco, insieme allo spinone, possiede una caratteristica del tutto particolare: la sua andatura di caccia è il trotto, mentre tutte le altre razze cacciano al galoppo.
A differenza di altre razze inglesi da ferma, che notano velocemente la preda, il bracco italiano è più lento, ma può essere utilizzato in ogni tipo di terreno o zona.
Questi cani sono diffusi, ovviamente, soprattutto in Italia, dove ogni anno vengono registrati circa 700 cuccioli. All’estero il Paese in cui il bracco italiano viene maggiormente allevato è l’Olanda.
E’ una razza dalle doti uniche sia nell’aspetto che nel comportamento.