Il filosofo tedesco Schopenhauer era un animalista. Molti dei suoi aforismi più citati parlano infatti del rapporto essere umano-animali.
Questo è forse uno dei più conosciuti: “La pietà per gli animali è talmente legata alla bontà del carattere che si può a colpo sicuro sostenere che un uomo crudele verso gli animali non può essere un uomo buono“.
In pochi però sanno che il compagno più fedele, quello con cui condivideva giornate, riflessioni e lunghe passeggiate, era un cane.
Un barboncino bianco dal doppio nome. Si chiamava Brahman nelle occasioni più sociali, e Atman nelle “conversazioni” più personali.
Il barboncino è un cane molto intelligente, particolarmente abile nell’apprendere (per questo è il cane più utilizzato negli spettacoli circensi).
L’affermazione della razza all’interno del suo paese di origine (la Francia) arriverà solo con Luigi XV che, affascinato da questi animali, ne ospiterà alcuni esemplari all’interno del proprio palazzo, lanciando una sorta di moda seguita poi da tutta la nobiltà dell’epoca.